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BP, la catastrofe del petrolio: si vede la fine? Sì, dell’umanità

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Artemis
view post Posted on 3/6/2010, 15:43     +1   -1




Fonte: Nexus Magazin (Germania), Thomas Kirschner, 28 maggio 2010

Mi dispiace molto spaventarvi. Ma la mia attuale valutazione della situazione è che nei prossimi tempi potrebbe davvero arrivare “l’inizio della fine”… almeno per una parte significativa dell’umanità. E naturalmente del mondo animale e vegetale. No, non sto esagerando. Sono piuttosto i media tradizionali a sminuire drasticamente la vera portata della catastrofe.

Mentre i media tradizionali in Italia si occupano principalmente di eventi sensazionali come il casting di X-Factor o dell’Isola dei famosi, i servizi di notizie specializzati come Peoplenomics avvisano: la fuoriuscita del petrolio nel Golfo del Messico potrebbe avere delle conseguenze serissime per la nostra civiltà. L’ultimo rapporto di Halfpasthuman si aspetta addirittura degli scenari in cui in tutto il mondo potrebbero morire da uno a cinque (sic!) miliardi di uomini a causa dei danni ambientali provocati e le quasi sicuramente conseguenti rivoluzioni politiche.

Vi è ancora la possibilità che la BP/il governo/l’élite possa chiudere la falla a breve termine e limitare i danni della catastrofe a un multiplo dell’avaria della Exxon Valdez (la disgrazia della Exxon Valdez finora è stata considerata la più grande catastrofe ambientale dell’umanità, e si calcola che la perdita della BP produca lo stesso danno ogni due/tre giorni).

Ma anche queste vaghe speranze svaniscono alla luce di una nuova pubblicazione, nella quale un professionista dell’industria petrolifera rivela l’esistenza di un’ulteriore falla, più grande di cinque o sei volte.

Altre voci sostengono la possibilità che non si tratti di una falla convenzionale di un oleodotto, bensì di un vulcano sotterraneo che in qualche modo si è aperto e che non fa fuoriuscire soltanto olio, ma anche zolfo. Ciò si dedurrebbe dal colore ocra della melma espulsa. Secondo un osservatore, non è il colore del petrolio, che sarebbe nero.

Mentre la maggior parte dei nostri contemporanei sono al momento più interessati agli eventi sportivi, vorrei far notare che le conseguenze della catastrofe targata BP, qualunque siano le sue cause, non sarà percettibile a lungo unicamente nel Golfo del Messico. Negli Stati Uniti è imminente la stagione degli uragani, e si può supporre che a causa di questi si formeranno dei venti “cattivi”, che potrebbero portare piogge contaminate dal petrolio su gran parte del paese. Le conseguenze per la catena alimentare sarebbero disastrose, tanto più che la pesca nel golfo per molto tempo sarà pressoché inesistente e la moria delle api, ovviamente sempre taciuta dai media, sta continuando.

Nota: solo poche ore dopo aver messo questo articolo online appare già la prima notizia delle piogge al petrolio su Internet. Non sarà certamente l’ultima.

Tirando le somme, nasce il pericolo di una carestia senza precedenti per gli Stati Uniti… assieme alla prospettiva di evacuare alcuni stati (la Florida, il delta del Mississippi, forse anche il Texas). Di fronte alla situazione già tesa a causa della disoccupazione, la crisi finanziaria e la corruzione generale dei poteri governanti, questo potrebbe comportare dei disordini politici, che potrebbero tranquillamente arrivare allo stesso livello della presa della Bastiglia durante la Rivoluzione Francese. E a proposito di governi corrotti: vorrei fare riferimento a una notizia non poco importante, secondo la quale la catastrofe si sarebbe facilmente potuta evitare, se non si fosse rinunciato “per motivi di risparmio” all’installazione di un dispositivo di allarme acustico, consigliato dagli esperti. I responsabili di questa decisione? Bush e Cheney. Un futuro tribunale rivoluzionario si chiederà se la “lungimiranza” di questi due magnati del petrolio travestiti da capi di stato sia motivata davvero soltanto dalla loro avarizia morbosa, o se abbiano agito in malafede fin dall’inizio. Come riporta Halfpasthuman, il meme “rivoluzione” nell’analisi linguistica della situazione mondiale rappresenta già un termine chiave, e ciò indica che le condizioni sono davvero molto, molto critiche.

Sembra improbabile che tali sconvolgimenti si limiteranno soltanto all’America e non si estenderanno ad altre parti del mondo. Nell’era dei collegamenti globali sia la carestia, sia l’atmosfera incombente da pogrom, come pure un collasso dei mercati finanziari sarebbero sicuramente degli “articoli di esportazione” di facile smercio… e le forze della natura con ogni probabilità faranno il resto per portare l’onda nera anche in Europa con un minimo ritardo.

Se avete pronto un piano d’emergenza in caso di catastrofi, che finora non avete messo in pratica: ADESSO è l’ora giusta di dargli la massima priorità. Ciò che sta succedendo si può definire un ELE, un “Extinction Level Event”. E vi è anche una certa ironia in tutto questo: per troppo tempo siamo stati avvisati che la nostra società deve abbandonare la dipendenza morbosa dal petrolio, e NIENTE è riuscito a toglierci finalmente questo vizio.

Ora la terra probabilmente ci fornirà più petrolio di quello che vogliamo, e anche gratis, a domicilio.

http://x-cosmos.info/2010/05/bp-la-catastr...si-dellumanita/

:disperato: :disperato: :disperato:
 
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Lu*Lu
view post Posted on 3/6/2010, 18:44     +1   -1




CITAZIONE
la fuoriuscita del petrolio nel Golfo del Messico

Messico... I maya!!!!!! :o:

E' "normale" che i giornalisti (o i politici) non infieriscano più di tanto per non creare panico e allarmismo, così come fa l'FBI o la NASA, ad esempio, che nascondono chissà chè, e non è affatto giusto.... TUTTI hanno il diritto di sapere!



CITAZIONE
Ora la terra probabilmente ci fornirà più petrolio di quello che vogliamo, e anche gratis, a domicilio.

:eheh: :eheh: Meglio che rido va!!!!
 
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Artemis
view post Posted on 4/6/2010, 13:25     +1   -1




CITAZIONE
TUTTI hanno il diritto di sapere!

Già. A me le cose nascoste creano ancora più panico e malafede verso chi ci governa. Non a caso la gente si fida sempre meno dei politici, pure Obama è passato da una percentuale di 65% a 45% come grado di fiducia!! Vogliamo trasparenza e verità, anche se fa male! :angry:
 
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Artemis
view post Posted on 16/6/2010, 17:00     +1   -1




La fine del petrolio

La «cupola» ha fallito il tentativo di contenere la fuoriuscita di petrolio dal pozzo sottomarino nel golfo del Messico e, mentre la British Petroleum-Bp cerca soluzioni alternative, la marea nera raggiunge le coste statunitensi. E’ l’ultima cattiva notizia dopo la serie iniziata il 22 aprile scorso, quando la piattaforma Deepwater Horizon della Bp è esplosa uccidendo undici operai e il greggio cominciava a spillare inarrestabilmente in mare. Un disastro ambientale che, come spesso è accaduto nella storia recente, è stato purtroppo capace come niente altro di far quantomeno riflettere. Lo ha fatto il presidente degli Stati uniti Obama, che ha per ora bloccato le autorizzazioni per nuove perforazioni e ha preteso la piena assunzione di responsabilità da parte della Bp. Lo ha fatto persino l’ex ministro dello sviluppo italiano, Claudio Scajola, il giorno prima di dimettersi, disponendo l’audizione degli operatori off shore Eni e Edison e sopralluoghi sulle piattaforme nostrane. Però, prima di raccontare come è finita, conviene dire che si tratta non solo di miseri palliativi, ma dell’incapacità anche solo di prefigurare l’uscita dall’era del petrolio in tempo utile sia per l’ambiente che per la stessa economia. Anzi, nel caso del governo e del «sistema» Italia nel suo complesso, il problema neppure si pone, nemmeno quando a parlare sono dati economici.
Eppure anche la classe politica e di governo del nostro paese, fino ai livelli locali, dovrebbe conoscere i dati forniti dall’Aspo [Associazione per lo studio del picco del petrolio], la cui sezione italiana si è peritata di inviare a tutti una nota informativa, per «contribuire al quadro conoscitivo del settore energetico, che costituisce materia concorrente tra Stato, Regioni e enti locali». Il documento non solo ribadisce l’approssimarsi del picco della produzione del petrolio, cioè il momento in cui non sarà più estratto in quantità sufficienti e a costi sufficientemente contenuti, ma lo colloca nel tempo: il suo apice critico è fra 18 mesi. Un tempo così ravvicinato da consigliare i singoli paesi di attrezzarsi velocemente quantomeno per minimizzare gli effetti di questo autentico shock e, nel frattempo, di pensare a piani seri di riconversione del sistema energetico, per evitare di trovarsi all’improvviso contro un muro. Ma c’è una nota di speranza per l’Italia nel documento dell’Aspo e riguarda il boom del fotovoltaico e dell’eolico, che insieme contribuiscono al 5 per cento del fabbisogno nazionale di energia elettrica.
Insomma, l’era del petrolio così come l’abbiamo conosciuta è alla fine e questo può essere l’occasione, seppure da maneggiare con cautela soprattutto per il sud del mondo, per ripensare lo «sviluppo». La risposta di alcuni governi, almeno nelle intenzioni, è di puntare di più su energie alternative e «green economy», mentre il nostro riesuma il nucleare e toglie fondi alle rinnovabili, allentando vincoli e tutele. Rientra in questo quadro da «black economy» il decreto approvato appena quattro giorni dopo il disastro nel golfo del Messico dal consiglio dei ministri, con l’obiettivo di semplificare le procedure di perforazione svolte d’intesa con le Regioni: il titolo è «Disciplinare tipo per i permessi di prospezione e di ricerca e per le concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale».
E’ questa una delle ragioni, per tornare alla sicurezza delle piattaforme off shore nei nostri mari e alle misure annunciate dal governo, per dire eufemisticamente che sono quantomeno contraddittorie e inconsistenti. «Il governo non può che rassicurare l’opinione pubblica in merito ai sistemi di sicurezza e alle procedure di emergenza delle piattaforme presenti nei mari italiani – ha detto a conclusione dell’incontro con Eni e Edison il sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia – In Italia non vi sono attività come quelle del golfo del Messico quali perforazioni in acque profonde o esplorazioni in aree non conosciute. Da sempre vi sono controlli e verifiche sul rispetto di standard di sicurezza particolarmente elevati». Potevamo aspettarci di sentire qualcosa di diverso a proposito delle attività petrolifere nel mare più inquinato da petrolio al mondo, il Mediterraneo?

www.carta.org/campagne/ambiente/19513
 
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view post Posted on 26/6/2010, 02:37     +1   -1

Daniele

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Io l'unica cosa che riesco a pensare è che l'ecosistema di quei luoghi ci metterà moltissimi anni (ho sentito per tv la cifra approssimativa ma non la ricordo) per smaltire i danni e tornare alla normalità, niente più animali pesci, piante....
Di fatto io non ci sono mai stato, e nè io nè eventualmente mio figlio potrà mai conoscere quel posto se non in foto, e me la devo mettere via, fine.
COme reazione mi è sembrato che tutti fossero arrabbiati, la BP mortificata ma arrabbiata con l'operaio che ha fatto l'errore, chi ha fatto l'errore è arrabbiato perchè aveva già segnalato guasti, l'america è incavolata con Obama per vari motivi, Obama è incavolato con la BP per ovvi motivi, le persone comuni sono incavolate perchè siamo stufi di subire le conseguenze catastrofiche di politiche economiche decise da pochi magnati...

Tanta rabbia, tutti che cercano di attribuire colpe e responsabilità e nel frattempo il tappo provvisorio che era stato piazzato per limitare le perdite è stato danneggiato durante i lavori e la falla ha ricominciato a pompare petrolio in mare.

In ogni caso costruire pozzi così in profondità che poi se per caso si guastano c'è una probabilità del 40% di fallire ogni singolo tentativo di ripararli... non è certamente un qualcosa fatto da chi ha a cuore le sorti del pianeta.
 
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Artemis
view post Posted on 26/6/2010, 12:53     +1   -1




CITAZIONE
non è certamente un qualcosa fatto da chi ha a cuore le sorti del pianeta.

Esatto, altro che "è stato un incidente". Non è la prima volta che capita e quindi, a quest'ora dovevamo essere già liberi dal petrolio e usare altre fonti pulite che sono state inventate da anni. Il problema è che LORO (chi ci governa) non accetterebbe mai che noi non pagassimo più le bollette e ci procurassimo la corrente elettrica da soli tramite i pannelli (sia mai, meglio DEVASTARE l'intero pianeta a favore dei soldi).

Ma non è tutto... l'incidente in questione è stato PROVOCATO VOLONTARIAMENTE. Si, avete capito bene.

Leggete qui, le "stranezze" che sono successe POCO PRIMA del disastro.

http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/06/golfo.html

Complimenti a queste persone, fanno davvero schifo. :nono:
 
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Artemis
view post Posted on 26/6/2010, 19:35     +1   -1




Le prove che la Goldman Sachs ha venduto il 43.7 delle sue azioni dell’azienda BP tre settimane prima della catastrofe, realizzando più di 266 milioni di dollari. La Goldman Sachs ha venduto precisamente 21 giorni prima della Giornata della Terra.

SPOILER (click to view)
image


Ora esiste il rischio concreto che dalle fessure sul fondo si formino enormi bolle di gas metano in pressione che risalendo alla superficie potrebbero devastare navi e piattaforme di trivellazione nella zona e uccidere un gran numero di persone.

Ma questo è ancora niente: lo scenario peggiore prevede che se queste bolle dovessero fratturare ulteriormente il fondo marino, si verificherebbe un’esplosione di una potenza assimilabile alla devastante eruzione di Mt Saint Helens, nel Pacifico nord-occidentale, avvenuta nel 1980. Un enorme flusso di gas si farebbe strada attraverso chilometri di roccia sedimentaria, strato dopo strato, esplodendo con una pressione stimata di 50 tonnellate per pollice quadrato che squarcerebbe varie miglia di fondo marino con una detonazione gigantesca, uccidendo tutto ciò con cui entra in contatto e innescando un’ondata di tsunami quasi supersonica con velocità fra i 650 e 950 chilometri orari e alta oltre trenta metri.

Florida, Lousiana, Texas… devastazione totale, con decine, forse centinaia di migliaia di vittime. Come ciliegina sulla torta, sembra che il petrolio che continua a fuoriuscire sia anche moderatamente radioattivo! Apparentemente questo fattore è legato, guarda caso, proprio alla forte presenza di metano.

Altre info qui: http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/06/...o-la-legge.html
 
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view post Posted on 26/6/2010, 21:55     +1   -1

Daniele

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IN particolare la storia delle azioni vendute anche se non è una prova legale è di sicuro un fortissimo indizio di grosse trame oscure al di sotto di questa faccenda.
In generale gli articoli che hai linkato confermano alcune mie impressioni, cioè che la BP stia nascondendo molte cose. Che addirittura l'incidente sia voluto può sembrare eccessivo, ma la vendita delle azioni poco tempo prima dell'incidente rende questa ipotesi molto verosimile.
 
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Artemis
view post Posted on 27/6/2010, 13:13     +1   -1




E' stato voluto per forza di cose... poi fai attenzione ai giorni... 21 giorni prima della Giornata della Terra che è il 21 aprile. Sembra una scongiura.

Guarda caso quel giorno è uscito il dvd e blu-ray di Avatar, messo in vendita apposta il giorno della giornata della Terra per promuovere il rispetto dell'ambiente, tema del film. Una parte del ricavato andrà alla ricostruzione della foresta ammazzonica.

Il film nella versione integrale che uscirà più avanti (a meno che non lo censurino) inizia proprio così:

CITAZIONE
La Terra nell'anno 2150 viene descritta così: "Terzo pianeta del sistema solare, la Terra è il pianeta natio della razza umana. Nel XXII secolo essa non è più un pianeta ricco di risorse naturali pur con problemi ambientali ed ecologici causati dall'uomo, bensì quella che un attivista chiama "un disgustoso pozzo nero, una piaga ulcerosa e dolente che deturpa l'universo".

Una serie di disastri ambientali hanno portato all'estinzione di gran parte delle specie vegetali e animali del pianeta, ridotto considerevolmente l'estensione delle foreste e dei ghiacciai, alzato la temperatura media ambientale di circa quattro gradi, inquinato l'atmosfera e condotto alla scomparsa di gran parte degli spettacoli naturali così come erano conosciuti nel XX secolo. La fonte di alimentazione principale della razza umana è la maricoltura da cui si produce la spirulina, un concentrato di proteine estratto dalle alghe, le fonti di acqua potabile sono scarse e sussiste da tempo una forte crisi energetica cui si è fatto fronte solo in piccola parte grazie al recente sfruttamento dell'unobtanium. Gran parte dell'umanità vive in enormi costruzioni capaci di contenere migliaia di nuclei familiari. Il mezzo di trasporto su lunghe distanze è il treno a levitazione magnetica, capace di raggiungere i 1000km/h.

SPOILER (click to view)
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Chissà perché il Vaticano voleva vietarlo con la scusa che pruomuovesse il Panteismo (anche se nel film gli abitanti di Pandora adorano le piante e gli animali perché creati dalla loro divinità, e non per sostituirla) e il resto dei governi, tramite il ministero della salute voleva interromperlo nelle sale perché il 3D fa male (cosa non vera perché quelli che hanno avuto disturbi hanno utilizzato gli occhialini non a norma, quelli fatti con lo spray colorato... quelli veri non fanno assolutamente male).

Stranamente per gli altri film in 3D, nessuno ha detto niente. Era tutta una scusa per evitare che la gente rifletta sulla trama di Avatar.

Poco dopo, James Cameron, regista di Avatar, ha proposto alla Bp di utilizzare i suoi veicoli sottomarini (gli stessi che ha utilizzato per girare Titanic e The Abyss) con tanto di braccia elettroniche e la Bp ha rifiutato. Lui ha dato subito degli imbecilli a tutti quanti e ha fatto bene.
 
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Artemis
view post Posted on 28/6/2010, 12:46     +1   -1




Evidenze indicano che l'esplosione di Deepwater Horizon è stata volontariamente architettata

- Massicia vendita interna di azioni e titoli BP nei giorni e nelle settimane prima del disastro
- Collegamento di Halliburton con l'acquisizione della società di pulitura giorni prima dell'esplosione
- Relazione BP cita manomissioni irregolari di attrezzature di sigillatura del pozzo
- Il Governo stà utilizzando il disastro per spingere la Carbon Tax e la nazionalizzazione dell'industria petrolifera

Altri dettagli qui: link

Italiano trova soluzione per bloccare il petrolio - Bp e ambasciata americana lo ignorano
http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/06/...ce-ma-bp-e.html

Sono l'ennesima conferma, che il disastro ecologico senza precedenti nel Golfo del Messico è stato intenzionalmente procurato; se non fosse così perchè non proverebbero subito questa soluzione? Le autorità e la BP d'altronde non hanno avuto nessuna esitazione ad usare tonnellate di composti chimici tossici per ottenere una semplice diluizione del petrolio in un volume più ampio, aggiungendo danno al danno.

Come scrive Tom Bosco in un suo recente articolo:

CITAZIONE
La quantità di petrolio che fuoriesce dalla falla è abnorme, al punto che più che di falla si potrebbe ormai parlare di un piccolo vulcano di petrolio sottomarino; qualcuno, ricordando come il disastro della Exxon Valdez era finora considerato il peggiore della storia, fa notare come nell'area fuoriesce una quantità di petrolio pari a quella della superpetroliera affondata in Alaska ogni quattro giorni; l'enorme quantitativo di un solvente estremamente tossico, il Corexit 9527, utilizzato dalla BP (si parla di almeno 800.000 galloni, ma ritengo sia una stima per difetto), sta "sciogliendo" le chiazze di petrolio in superficie creando nel contempo enormi "nuvole" di idrocarburi e solventi in sospensione sotto il mare per decine di metri, distruggendo letteralmente tutto ciò che vive là sotto.

I solventi e gli aromatici degli idrocarburi, estremamente volatili, sono destinati a entrare nel ciclo meteorologico delle precipitazioni piovose che interesseranno il continente americano, con conseguenze inimmaginabili per gli esseri umani, gli animali, le piante, la catena alimentare, le falde idriche... in Florida già si segnalano piogge contenenti petrolio, e si sta avvicinando la stagione degli uragani. E volete sapere cosa ha dichiarato uno degli esperti petroliferi della BP che stanno cercando senza alcun successo di tappare la falla? Secondo lui, "la cosa migliore da fare" sarebbe inserire una piccola bomba nucleare nel pozzo in questione e farla detonare per sigillarlo!

E intanto, come documentato da questa foto diffusa dalla NASA, il petrolio sta entrando nel ciclo della Corrente del Golfo e quindi si farà un bel giro nell'Atlantico...

I motivi???

Secondo alcune fonti, 40 milioni di persone nella regione del Golfo interessata dal disastro petrolifero starebbero per essere "evacuate" dalle forze militari.

Secondo alcune fonti, le forze militari statunitensi sarebbero in procinto di "evacuare", sotto il pretesto della tossicità, 40 milioni di persone nella regione del Golfo del Messico colpita dalla marea di petrolio.

CITAZIONE
Ora esiste il rischio concreto che dalle fessure sul fondo si formino enormi bolle di gas metano in pressione che risalendo alla superficie potrebbero devastare navi e piattaforme di trivellazione nella zona e uccidere un gran numero di persone.

Ma questo è ancora niente: lo scenario peggiore prevede che se queste bolle dovessero fratturare ulteriormente il fondo marino, si verificherebbe un’esplosione di una potenza assimilabile alla devastante eruzione di Mt Saint Helens, nel Pacifico nord-occidentale, avvenuta nel 1980. Un enorme flusso di gas si farebbe strada attraverso chilometri di roccia sedimentaria, strato dopo strato, esplodendo con una pressione stimata di 50 tonnellate per pollice quadrato che squarcerebbe varie miglia di fondo marino con una detonazione gigantesca, uccidendo tutto ciò con cui entra in contatto e innescando un’ondata di tsunami quasi supersonica con velocità fra i 650 e 950 chilometri orari e alta oltre trenta metri.

Florida, Lousiana, Texas… devastazione totale, con decine, forse centinaia di migliaia di vittime. Come ciliegina sulla torta, sembra che il petrolio che continua a fuoriuscire sia anche moderatamente radioattivo! Apparentemente questo fattore è legato, guarda caso, proprio alla forte presenza di metano.

40 milioni di persone potrebbero essere collocate solo nei famigerati campi FEMA, costruiti in tutto il paese e simili a campi di concentramento o di prigionia, con inceneritori in dotazione a ciascun campo.

Sebbene stiano spacciando alla gente questo trasferimento come temporaneo, ci sono fondate prove per ritenere che lo sversamento di petrolio è stato innescato deliberatamente per implementare la legge marziale e trovare un pretesto per rinchiudere la gente nei campi di prigionia FEMA, nell'ambito dell'agenda del Bildelberg per impadronirsi degli USA.

A causa dell'estrema tossicità del metano, dell'acido solfidrico e dell'acido cianidrico, altre relazioni indicano che l'unica soluzione in grado di contenere la falla principale sarebbe un ordigno nucleare piazzato all'interno del secondo pozzo di emergenza intorno al mese di settembre.

La BP e la Transocean finiranno per dichiarare bancarotta nel corso delle prossime due settimane e scaricheranno sulle spalle degli americani le spese dei danni, che si stima raggiungeranno mezzo trilione di dollari. Questo potrebbe portare gli Stati Uniti al collasso finanziario dato che non esistono fonti disponibili da cui prendere in prestito ulteriori fondi. Infine se il fondale marino è fratturato, saranno sospese tutte le trivellazioni lungo la costa del Golfo e questo porterà ad un raddoppio globale dei prezzi dell'energia e del gas entro i prossimi mesi.

Edited by Artemis - 28/6/2010, 14:17
 
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Artemis
view post Posted on 12/7/2010, 15:25     +1   -1




Come non detto, ora si preparano allo sfollamento di 23mila persone in Texas per l'arrivo dell'uragano Alex che farà ritardare ancora le operazioni di chiusura della petroliera.

www.cdt.ch/mondo/cronaca/26976/arri...a-sfollati.html

CITAZIONE
L’ effetto Alex ritarderà l’arrivo in zona della terza nave container della Bp la Helix Producer fino ad almeno il 6 o 7 luglio. Con l’arrivo della terza nave a dare man forte alla Discover Entreprise e alla Q4000 il greggio raccolto dovrebbe aumentare dagli attuali 20 mila barili al giorno a 25 mila.
Erano anni, esattamente dal 1995, che non si formava un uragano così presto nella stagione.

Ovviamente creato dall'HAARP come sempre. E lo ammettono pure i meteorologi che non se l'aspettavano... Appunto perché non è naturale. Vuoi che tutte le disgrazie accadano proprio adesso? Và, che strano!
 
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Artemis
view post Posted on 19/7/2010, 16:10     +1   -1




Washington, Stati Uniti, 19-07-2010

Ancora brutte notizie per la Bp: gli ingegneri del colosso petrolifero hanno individuato un'altra fuoriuscita di greggio sul letto oceanico vicino al pozzo Macondo: e adesso il timore è che la fuga sia dovuta alla cupola di contenimento collocata la scorsa settimana sul pozzo danneggiato della Bp.

L'annuncio è stato dato domenica notte dalle autorità statunitensi le quali, molto preoccupate, hanno chiesto all'azienda britannica di accertare la situazione e tenersi pronta alla riapertura del pozzo appena sigillato.

Poche ore prima l'azienda britannica si era detta ottimista sul funzionamento del dispositivo che ha contribuito a sigillare il pozzo dal quale, da settimane, fuoriesce petrolio nel Golfo del Messico. In serata tuttavia il governo ha diffuso una lettera dell'ex ammiraglio della Guardia Costiera Ted Allen, responsabile statunitense della pulizia, indirizzata a Bob Dudley, capo delle operazioni in loco della Bp, nel quale si fa riferimento a una nuova perdita e ad altre "anomalie" di natura sconosciuta.

"Vi invito pertanto a fornirmi al più presto una procedura scritta per riaprire la valvola (del pozzo Macondo), qualora la fuoriuscita di idrocarburi presso il pozzo fosse confermata".

La Bp ha installato la scorsa settimana un'enorme campana sull'orifizio da cui fuoriesce greggio nel mare e che, da giovedì, funziona come una specie di tappo. Da giovedi' l'azienda sta realizzando anche i test di pressione per verificare se il pozzo sia in buono stato. Allen ha fatto notare che i livelli di pressione sono inferiori al previsto e ha esortato a capire i motivi. Le cause, ha spiegato, potrebbero essere due: o e' diminuita la quantita' di petrolio nel pozzo o ci sono potenziali fughe dovute a danni nella struttura. Il timore del governo Usa è che il tappo possa spingere il petrolio a defluire da altri punti se la struttura del pozzo è fragile.

Il disastro è già costato 3, 05 miliardi di euro
Il colosso britannico Bp ha reso noto che le operazioni per far fronte alla disastrosa fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico sono già costate all'azienda 3,05 miliardi di euro.

www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=143125
 
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11 replies since 3/6/2010, 15:43   534 views
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